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Cessione del Quinto a Protestati: Come Muoversi per Ottenere il Prestito

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La Cessione del Quinto è un prestito a cui possono avere accesso anche i protestati, ovvero le persone con una cattiva storia creditizia.

Vi sono, però, dei requisiti da rispettare per poter usufruire del finanziamento.

Innanzitutto bisogna essere dei pubblici pensionati o dipendenti ed essere regolarmente iscritti ai registri di Gestione INPDAP, ovvero l’attuale INPS (dopo l’eliminazione dell’INPDAP nel 2012 per mano del Governo Monti e la sua unione all’INPS).

Non vi sono particolari requisiti riguardanti lo stage lavorativo, la tipologia di contratto o altro, purché il contratto a tempo determinato copra l’intera durata del prestito.

La Cessione del Quinto in sé è uno dei migliori metodi di finanziamento.

Grazie a questo anche i pagatori più cattivi possono facilmente ottenere delle grandi somme di denaro in poco tempo.

Difatti a garanzia del pagamento si pone la tipologia stessa del finanziamento: la Cessione del Quinto.

Cosa significa questo?

La Cessione del Quinto significa che ogni mese dalla busta paga o dalla pensione dell’interessato viene sottratto il 20% del totale, in automatico.

La persona che ha richiesto il finanziamento, quindi, non deve richiedere alcunché, né preoccuparsi di pagare il debito personalmente.

La cosa avverrà in maniera automatica, da sé.

Difatti il datore del lavoro sarà avvisato rispetto alla concessione del prestito e provvederà e detrarre dalla busta paga autonomamente fino a un massimo dell’1/5 del salario totale.

Nei limiti di questa regola, – l’1/5 massimo, appunto, – è possibile svolgere diverse manovre.

Per esempio è possibile chiedere di rimandare una o più rate con l’intenzione di pagarla in seguito.

 

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Altresì è possibile richiedere di pagare tutto in un’unica volta o pagare più somme insieme, purché si rispetti il limite del Quinto del Salario.

Sfortunatamente le banche sono dure da convincere a emanare un finanziamento a un cattivo pagatore.

Questo compromette l’intera storia creditizia e una persona che ha avuto difficoltà nel restituire i prestiti può ritrovare in una situazione difficile da gestire.

Non solo: anche coloro che hanno emesse assegni scoperti vengono segnalati alla Centrale dei Rischi come dei Cattivi Pagatori, compromettendo la storia creditizia futura per un lasso di tempo che varia da 1 a 3 anni.

Le principali informazioni riguardanti i Cattivi Pagatori sono tutte contenute nella base dati della Banca d’Italia.

Per fortuna non si rimane Cattivi Pagatori per tutta la vita: le informazioni a proposito dei finanziamenti ricevuti e non pagati vengono cancellate dalla base dei dati della Banca d’Italia in un periodo che varia da 12 a 36 mesi, a seconda della gravità dell’atto compiuto.

In questo lasso di tempo diventa praticamente impossibile richiedere dei prestiti altrui e l’unico modo resta quello di richiedere la Cessione del Quinto del salario o della pensione.

Con la Cessione del Quinto le persone interessate possono ottenere fino a un massimo di 60 mila euro.

Il tasso resta sempre fisso, anche per coloro che sono stati segnalati come dei cattivi pagatori.

Tuttavia bisogna essere dei lavoratori pubblici dipendenti o dei pensionati.

In presenza di questi requisiti i prestiti vengono concessi con una grande facilità.

Il rimborso, difatti, viene trattenuto direttamente dallo stipendio o dalla pensione dalle autorità stesse.

Il prestatario non ha quei soldi nell’immediato e deve arrendersi al fatto che vengano scalati direttamente dalla pensione o dal salario.

La somma concessa è comunque proporzionale al reddito del richiedente in quanto l’ammontare della rata non può mai superare il quinto del salario, fermo restando che la durata del prestito non può essere illimitata.

Il numero delle rate, quindi, vengono calcolate in relazione al prestito richiesto e alla somma finale.

Fortunatamente il datore di lavoro non ha alcuna voce in capitolo del prestito, ma sarà ugualmente contattato dall’INPS o dalla banca per la conferma dell’erogazione del prestito, confermando il contratto del lavoratore dipendente e dando il benestare.

Per richiedere la Cessione del Quinto non c’è alcun bisogno di compiere procedure burocratiche troppo complesse o lunghe.

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Tutto quello di cui c’è il bisogno è una delega con cui si autorizza il datore di lavoro (o l’ente che emette la pensione) a sottrarre l’ammontare della rata del prestito direttamente dal proprio salario.

Pochi passi e il datore di lavoro conferma di voler fare.

Quindi si procede al download del modulo di richiesta, attualmente presente sul sito dell’INPS.

Tale modulo va compilato attentante e senza errori in ogni sua parte e firmato.

Quindi bisogna portarlo all’ufficio dell’INPS assieme al benestare del datore di lavoro e alla delega.

 

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Inoltre a questi documenti vanno aggiunti i documenti d’identità (la carta d’identità), il codice fiscale e un documento che attesti il reddito della persona richiedente.

Una volta consegnati tutti i documenti presso lo sportello dell’INPS, segnalando che tipo di prestito si vuole (piccolo prestito personale, prestito pluriennale o prestito pluriennale garantito: per i dettagli si consiglia di visualizzare il sito dell’INPS) bisognerà attendere un po’ prima che gli impiegati svolgano tutti i controlli.

In genere si parla di due settimane di tempo circa, ma questo termine potrebbe variare a seconda di molti fattori e potrebbe essere sia inferiore che superiore.

Una volta ottenuto il benestare da parte dell’INPS o dell’istituto di credito a esso associato, inizierà la durata del prestito.

E le garanzie necessarie per la finanziaria?

Innanzitutto vi è una polizza assicurativa obbligatoria, chiamata a tutelare gli istituti di credito che emettono il finanziamento nel caso della morte del richiedente o della perdita del posto di lavoro.

Qualora il richiedente lavorasse per un’azienda privata, la compagnia assicurativa potrebbe richiedere vari requisiti aggiuntivi e oggettivi in termini di forma societaria, del numero di dipendenti e dell’ammontare del capitale sociale.

Un’altra garanzia spesso utilizzata quella del TFR accumulato nel corso dell’esperienza lavorativa.

In questo caso la garanzia della banca sarà tanto più alta quanto maggiore il TFR.

Non solo: anche in questo caso, come in altri, è possibile richiedere la presenza di una terza parte.

Quest’ultima potrà impegnarsi a restituire i soldi del contraente qualora questi fosse impossibilitato a farlo.

La terza parte può essere rappresentata da una persona fisica o giuridica, come un’azienda o un’ente di finanziamento.

Per il resto si consiglia comunque di svolgere diverse valutazioni prima di prendere questo prestito.

Anche perché non si tratta mai di un qualcosa da prendere alla leggera: si tratta pur sempre di un finanziamento importante.

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