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Azienda con pochi dipendenti: come accedere alla cessione del quinto?

La cessione del quinto dello stipendio è una forma di finanziamento che assolve alle più disparate esigenze dei lavoratori e dei pensionati ed è a tutti gli effetti un prestito personale. Dipendenti pubblici o dipendenti privati e pensionati INPS possono ricorrere a questa forma di finanziamento con evidenti vantaggi, basti pensare che si possono comprare immobili senza l’ipoteca, finanziare qualsiasi tipo d’acquisto e non ci sono richieste di firme da parte di terzi.

Accesso alla cessione del quinto

In linea di massima vengono conteggiati gli anni di lavoro e comunque si è vincolati da un periodo minimo di 3 mesi per i dei pendenti pubblici e di 6 mesi per i privati (viene prestata la molta attenzione nei confronti dei neo assunti), con inserimento in azienda con un contratto a tempo indeterminato.

In successione, si presenta la documentazione della propria posizione INPS per conoscere se vi sono problematiche inerenti a lunghi periodi di malattia o di infortunio (in questo caso abbiamo un’attenta valutazione per la sottoscrizione della polizza che copre il rischio vita ed il rischio perdita del posto di lavoro).

C’è qualche altro impedimento che può portare ad una risposta non positiva per la cessione del quinto dello stipendio? Si, esiste ancora una variabile relativamente alla posizione dei lavoratori assunti in aziende di piccole dimensioni, cioè quelle con meno di cinque dipendenti a tempo indeterminato (escludendo i soci ed altre figure non direttamente coinvolte come diretti dipendenti nell’azienda) e che prestano la loro opera presso Società in nome collettivo, in Accomandita Semplice, a responsabilità limitata o anche per Azioni. Questi dipendenti non devono avere meno di 5.000 euro di TFR (Trattamento di Fine Rapporto) oppure 2.500 euro ed in questo caso vi è la cessione cambiaria. Stesso discorso vale per le Cooperative con meno di 16 dipendenti, stesso numero delle aziende di cui sopra e che comunque vengono considerate piccole aziende.

Esiste comunque la legge 180/1950 che ha istituito la cessione del quinto ed una normativa risalente al 2005 che è ben regolamentata sia per il funzionamento sia per le caratteristiche rivolte alle aziende private ed ai pensionati INPS.

Nel caso di dipendenti di ditte individuali, queste ultime non hanno l’obbligo di depositare il bilancio (comprensivo dello stato patrimoniale) presso la Camera di Commercio o con posizioni finanziarie non abbastanza positive: non disponendo dati sufficienti, perciò, gli enti eroganti trovano una motivazione specifica per non concedere il prestito.

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In quanto tempo è rimborsabile la cessione del quinto

Il tempo di rimborso varia dai 24 ai 120 mesi con rate mensili. Come viene calcolata la rata? Il 20% dello stipendio è il massimo possibile per ricevere il finanziamento ed in base ai valori richiesti vi è anche la durata che influisce sull’importo, sul quale, di solito, esiste un tetto massimo di finanziamento. I tempi di risposta per la cessione del credito variano dai 15 ai 30 giorni, a volte per certe motivazioni sono più lunghi.

Per la cessione del quinto, è il datore di lavoro a farsene carico trattenendo la rata mensile dallo stipendio e questo è un motivo per l’ente erogante che rappresenta una garanzia importante: infatti, non è possibile scordare di saldare una rata. Il prestito in busta paga è un diritto del lavoratore e l’azienda non può esimersi dal concederlo, tranne importanti eccezioni.

Le dimensioni aziendali influiscono molto sulla possibilità di ottenere il prestito richiesto. Se poi il richiedente è stato o è un cattivo pagatore o ha subito un protesto, la possibilità di ottenere il prestito si fa sempre più sottile e comunque influisce in modo pesante sulla valutazione finale. In questo caso vengono richieste garanzie reali o con la firma di un garante. Comunque se il prestito non eccede i 5.000 c’è la possibilità che l’ente erogante sia più flessibile.

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